Famili Dei.



La famiglia è uno dei pochi valori che restano.
Vendo la mia ad un prezzo di favore, non lasciatevela sfuggire proprio adesso che sotto le feste averne una fa sempre un gran comodo.
Chiamare ore pasti, solo se fortemente motivati.
Prezzo trattabile.
Possibilità di consegna a domicilio.
Al primo che chiama e che si prende il pacchetto completo compreso di animali domestici regalo un albero di natale già addobbato.

Quasi nulla su frigo, 2010.



Senso di vuoto nella società occidentale.
L'occidente è la coca-cola.
Il vuoto è il frigo.
Il senso mi sfugge.
(il fattore controverso rimane la marmellata)

Se non perdessi tutto questo tempo a fare delle cazzate finirei per fare delle cazzate.

Chi sei?
Dammi un indizio.
Dimmi il tuo nome.
Dimmi il tuo nome.
Dimmi il tuo nome.
Chi sei?
Ti conosco?
Eri in piazza stasera?
Ci siamo incontrati stasera?
Chi sei?
Dimmi chi sei.

Signori e signore, la stanchezza mi prende.
E qundi rispondo.
Indizi ce ne sono a bizzeffe, per forza, il luogo pubblico è pubblico, noi, a volte sbadati.
Siamo un ristretto gruppo disomogeneo che ha bisogno di cazzeggiare, che dopo aver bevuto in tutti i bar non ha voglia di tornare a casa e decide di muoversi in direzione stupida ed inutile.
La mira è il divertimento e niente di alto, niente di culturalmente rilevante, il gioco è prendere in giro la diffusa abitudine di documentere ogni cosa e diffonderla.
Di chiamare arte qualsiasi cosa non abbia nessun alto senso.
Ogni persona ha un suo profilo dove si mostra in mile pose differenti, e nessuno trova niente da dire, in un circolo sempre più grosso di amicizie tra sconosciuti, o al limite tra sconoscenti, che si aggiornano su ogni cambio d'umore, ogni banale spostamento, ogni tutto.
E che accresce l'egotismo individuale.
Si sa.
E' normale.
E' così.
Noi pure, va bene, noi pure.
Ma se il culto della personalità che è ben accetto in ogni diverso ambiente, primo tra tutti quello dell'arte, dello spettacolo, dei media, certo, mi fa pensare alla dittatura, ad un altare votivo al niente, alla normalità, con tutti i suoi codici fatti di segni e simboli conformati, il nostro non essere mi ricorda il terrorismo.
I terroristi sono persone normali, i dittatori ridicole divinità.
Tutto questo è sbagliato, è esagerato per far capire il concetto.
Capito il concetto?
Chi siamo?
Siamo quelli che fanno queste cose.
Mi sembra che tanto basti.
Il mio nome?
No,me.
Mi sembra che tanto basti, e che tanto debba bastare.
Sono solo cazzate.
Chi mai vuoi che le abbia fatte?
E che importanza ha, da 1 a 10?

Ancora Pietà, basta parlarne.


Peccato che la Santa Teresa del Bernini disegnata da Banksy sia così deteriorata da non far più vedere che è in un carrello, in uno di quelli classici del supermercato, tipo quello in cui sta quel superman sovietico.
Thò, hanno avuto un'idea iconograficamente simile.
Due concetti assai distinti, ma con lo stesso simbolo.
D'altra parte i simboli sono fatti per rimandare ad altro, subito.
Sono simboli.
Sono universali.
C'è da dire però che lo stile è ben diverso.
Il supereroe è di Veneziano.
Anche Biancaneve, quella distesa intendo.
E Candy Candy pure.
Il suo stile riconoscibile e caustico, quel suo provocatorio dissacrare i personaggi dei fumetti per simboleggiare il declino della società occidentale e capitalistica, viziosa.
Che ideona.
Ora, io che non ho un cazzo da fare a giornate, però noto che anche Jeeg ce l'ho d'acciaio, Sbatman e sopratutto il mio favorito Anal dai capelli rossi sono film a cartoni che un pochino usavano già quest'idea, ma vagamente.
SpingiGonzales non era poi così provocatorio, è vero.
Deve essere di nuovo la cosa dei simboli.
Le altre immagini invece no, quelle non sono arte e si vede, non saprei a chi attribuirle esattamente, trovate a caso in internet.
A parte l'ultima, la pubblicità di una birra, che la rende diversa proprio per questo, non c'entra nel discorso, si sa che per reclamizzare e vendere un prodotto si mettano a volte delle immagini che facciano parlare, non so neanche perchè io l'abbia messa.
Basta parlarne.
Sono simboli.
Fai te.

Pietà.
















Action Number V&R: Retrospettiva.

Questo è un invito retrospettivo.

La mostra c'è già stata.





































Rotonda. Colore su carta, 2010.












Facciamo che io ero cool. Colore su carta, 2010.











Meccanica Navale. Colore su carta, 2010.












Uno:Trentatre:Zerootto. Colore su carta, 2010.












Galleria.



Ci piace esporre nel passaggio che c'è ad una certa altezza di via Stagi.
Solo che alla lunga è disdicevole continuare a voler utilizzare un posto senza neanche un nome, farsi guardare con sufficienza dal tipografo quando si stampano inviti e cataloghi.
Basta, qualcuno doveva prendere il coraggio e battezzare un luogo così sporco a cui perfino lo scotch di carta si rifiutava di aderire.
Dopo profonde riflessioni che prendevano in considerazione tutte le opzioni possibili, come anche pulire i vetri, si, per un minuto ci abbiamo pensato davvero, abbiamo capito che il primo nome che avevamo scelto non poteva andare bene, troppo lungo "Galleria che dal mercato coperto arriva in via Stagi formando un giardinetto che puzza quasi come il cortile del Maccari".
Cosa avrebbe pensato il tipografo? Cosa?
Quindi siamo passati alla seconda scelta sull'onda della logica per cui il narcisismo paga sempre, peccato solo che come nome sembri quello di una galleria d'arte.
Sarà anche dignitoso, adesso, da mettere sugli inviti.
A noi fa decisamente schifo.

Duomofobia.





Sono mesi che penso a come riuscirci.
Questo è un progetto irrealizzabile.
Impossible is nothing sticazzi.
Vabè.

Action number Twelve: Ho detto NO.







Ho detto NO.
pacchetti di sigarette su sentiero, 2010
Ora basta, quando è no è NO.
Il colesterolo lo deve capire.







La Madonna della Terza Età.



Ma che tourbillon di provocazioni!
Non ci si può rilassare un attimo!
Ormai in braccio alla Madonna ci stanno un po' tutti, ed è vero che la religione dovrebbe accogliere ogni essere, ma qui sembra di essere in fila per fare la foto con Babbo Natale.
Ma l'arte è così, si nutre di quello che trova in frigo, e l'artista si propone di scherzare sul molto rumore per Veneziano, che abbiamo visto tutti godere come un porco in mezzo al vespaio creato ad arte, e che continua a godere come un porco del ricordo dell'estate pietasantina, mentre alla povera Gina, oltre alla cittadinanza onoraria, nemmeno uno scandalo.
Il fatto che ci siamo beccati delle sculture oscene, una delle quali rotante su se stessa come i manichini di Intimissimi ma fatta assai peggio, senza battere ciglio, senza un gemito di sdegno, è uno scandalo.
Gina, anche tu sei scandalosa, avevamo piacere di dirtelo.
Quando mi domando se c'è una fine al peggio non faccio una domanda retorica, esigo risposta.